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Figlio di un agricoltore emiliano, Giuseppe, e della sua seconda moglie, l'irlandese Annie Jameson, Guglielmo Marconi nasce a Bologna nel 1874.

Il futuro inventore della radio non è uno studente particolarmente brillante: frequenta in modo irregolare le elementari di Casalecchio sul Reno, nei pressi di Bologna, studia senza grossi risultati in un istituto tecnico fiorentino, si sposta in un altro istituto a Livorno, ma non completa gli studi. E il padre è costretto a rimediare alle mancanze nell'istruzione del ragazzo con lezioni private.


Svogliato, ma tutt'altro che sciocco, a diciotto anni il giovane Guglielmo legge un articolo di commemorazione su Heinrich Hertz (1857-1894), il fisico tedesco scopritore delle onde elettromagnetiche: incuriosito dall'argomento, decide di fare visita al professor Augusto Righi (1850-1920), che all'università di Bologna aveva messo a punto proprio un rilevatore di onde hertziane. A quell'epoca, sono già molti gli studiosi in ogni parte del mondo che sono giunti alla conoscenza che i segnali elettromagnetici si propagano in linea retta e viaggiano alla velocità della luce. Proprio per questo motivo, secondo le teorie classiche sull'argomento, le onde non sono in grado di oltrepassare elementi che si frappongono - come per esempio una collina - né l'ostacolo rappresentato dalla curvatura del pianeta. A queste teorie Marconi è poco interessato: tornato a casa, decide di dedicarsi alla verifica pratica, e comincia così i suoi esperimenti. Nel 1894, in un rudimentale laboratorio ricavato dalla soffitta della casa paterna di Pontecchio, riesce a far suonare un campanello trasmettendo il segnale elettrico da dietro un angolo. Guglielmo è entusiasta del successo, mentre il padre è scettico: "Ci sono modi più semplici di suonare un campanello", afferma.
Incoraggiato dalla madre, che ha capito le potenzialità delle ricerche del ragazzo, Marconi prosegue i suoi esperimenti: le trasmissioni hanno successo a distanze sempre maggiori. Nell'estate del 1895 egli riesce a trasmettere i segnali radiotelegrafici della lettera "S" a un chilometro e mezzo di distanza, nonostante il fatto che fra il trasmettitore e il ricevitore vi sia una collina. Così, a soli ventun anni, il giovane Marconi presenta alle autorità italiane la sua scoperta. Ma il ministero competente, con una notevole mancanza di lungimiranza, non la ritiene "valida per le telecomunicazioni". Allora Guglielmo, sfruttando le amicizie della madre, si trasferisce in Inghilterra. Qui nel giro di alcuni mesi, il 2 giugno 1896, ottiene il brevetto per il perfezionamento di questo tipo di apparecchi di trasmissione.


Il governo inglese incoraggia i suoi esperimenti, le trasmissioni proseguono a distanze sempre maggiori, fino a toccare i 100 km. Nel 1897 Marconi fonda a Londra la Marconi's Wireless Telegraph Company, di cui possiede la maggioranza assoluta delle azioni. La società marconiana non solo produce gli apparecchi trasmittenti e riceventi, ma prepara anche i tecnici per approntare l'uso a terra e sulle navi. Nel 1898 l'invenzione di Marconi mostra tutta la sua utilità, permettendo la trasmissione di 150 bollettini medici dallo yacht reale Osborne, dove il principe di Galles giaceva malato, alla regina Vittoria, che attendeva preoccupata in una tenuta sulla terraferma.


Il 12 dicembre 1901 Marconi riesce a superare anche l'ultimo ostacolo, trasmettendo attraverso l'Oceano Atlantico, dalla Cornovaglia, in Inghilterra, a Terranova, di fronte alle coste americane. La curvatura della Terra non era un problema, grazie all'esistenza della ionosfera,  cioè di quella zona ionizzata dell'alta atmosfera che riflette le onde elettromagnetiche come uno specchio, e che permette di trasmettere i segnali radio da un qualsiasi punto del globo all'altro. Gli esperimenti di Marconi danno luogo allo sviluppo di nuove e più complete teorie sulla propagazione delle onde elettromagnetiche e sulla costituzione dell'atmosfera terrestre. Essi suscitano entusiasmo in tutto il mondo, e non solo tra gli scienziati.

 
Marconi crea allora nuove stazioni radiotelegrafiche e attiva il primo servizio regolare tra l'America e l'Europa. A coronare la sua attività di studioso, oltre che di inventore, arriva, nel 1909, il premio Nobel per la Fisica, che egli divide con il tedesco Karl F. Braun (1850-1918).
 

Da allora in avanti, la carriera di Marconi non conosce più ostacoli. Dopo la prima guerra mondiale, nella quale la sua invenzione ha dimostrato tutta la sua utilità, il padre della radio acquista una nave di 800 t, prima appartenuta a Maria Teresa d'Austria, e ne fa il suo laboratorio galleggiante: la nave Elettra diventa così la sede di numerosi esperimenti radiotelefonici.


Nonostante le incomprensioni iniziali, i rapporti con il paese d'origine tornano a essere buoni. Marconi viene proclamato senatore a vita del Regno d'Italia nel 1914, presidente dell'Accademia d'Italia e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nonché membro del Gran Consiglio del fascismo, cui aveva aderito, permettendo a Mussolini di sfruttare la propria opera come dimostrazione del "genio italico".


Avendo mostrato una notevole lungimiranza anche negli affari, - Marconi sapeva che senza un buon supporto commerciale la sua invenzione non avrebbe trovato la diffusione che meritava - il padre della radio muore a Roma nel 1937.

 

 
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