RIPARIAMO
LE
RADIO D’EPOCA

 


 

 

 

 

 

INDICE:

 

 

 

Parte Prima: NOZIONI INTRODUTTIVE. 3

I – ATTREZZATURA.. 3

II – SALDATURA.. 6

III - MISURA DELLE RESISTENZE. 11

Parte Seconda: PICK - UP. 17

IV - RIVELATORE. 17

V - MOTORE DEL GIRADISCHI. 24

Parte Terza: RADIORIPARAZIONI. 37

VI - PRELIMINARI. 37

VII -  CONTROLLO TENSIONI. 50

VIII - BASSA FREQUENZA.. 53

IX - ALTOPARLANTE. 55

X - RIVELAZIONE. 59

XI - CONTROLLO AUTOMATICO DEL VOLUME. 61

XII - MEDIA FREQUENZA.. 63

XIII - CONVERSIONE DI FREQUENZA.. 65

XIV - TARATURA MEDIA FREQUENZA.. 67

XV - TARATURA ALTA FREQUENZA.. 71

XVI - RONZII E FISCHI. 75


 

Parte Prima: NOZIONI INTRODUTTIVE

 

I – ATTREZZATURA

 

 

(1) I cacciaviti che più spesso servono sono del diametro di 3,4,6 mm. E' importante che siano di ottimo acciaio e con le facce quasi parallele. - (2) Un cacciavite con le facce come questo può solo rovinare una vite. - (3) Occorrono inoltre un paio di pinzette,... - (4) ..., un paio di pinze col manico isolante,... - (5) ..., un paio di pinze a becco lungo dritto,...

 

 

(6) ..., e piegato,... - (7) ..., una tronchese,... - (8) ..., un vasetto di pasta salda,... - (9) ..., e stagno. - (10) Esistono in commercio molti tipi di saldatori piccoli e grandi. Questo a punte intercambiabili di varia forma per saldature pesanti e fini permette di fare tutti i lavori di saldatura cambiando solo la punta...

 

 

(11) ... ciò che si fa agevolmente allentando la vite. - (12) Altri tipi hanno più resistenze e sono adatti a funzionare su varie reti di distribuzione...

 

 

(12a) ... per cambiare la resistenza è sufficente spostare la spina di collegamento col filo. - (13) Altri tipi, detti saldatori-lampo hanno il pregio di impiegare pochi secondi per portare il rame, costituito da un filo, a 250 gradi.

 

(14) Un oscillatore modulato ed un analizzatore per le misure di tensioni, correnti e resistenze.


II – SALDATURA

 

 

(15) Se la punta del saldatore è sporca od ossidata lo stagno non aderisce. - (16) In questo caso può bastare immergere per un istante la punta calda nel vasetto della pasta salda per restituirle la lucentezza... - (17) ... e far si che lo stagno vi aderisca.

 

 

(18) Quando però si forma una crosta di ossido occorre pulire la punta con carta vetrata sino a mettere a nudo il rame. - (19) Dopo un certo numero di saldature la punta del saldatore può presentare delle macchie dovute alla colofonia che si trova dentro lo stagno: si può ripulire la punta quando è calda con uno spazzolino.

 

(20) Nei saldatori lampo si presenta dopo alcune ore di lavoro l'inconveniente della rottura del filo; per sostituirlo si deve allentare la vite del mandrino. - (21) Si monta quindi il filo nuovo serrando bene i mandrini.

 

 

(22) Per saldare un filo od un terminale si aggancia il filo piegato ad un uncino... - (23) ... vi si deposita sopra un po di pasta salda ... - (24) ...vi si avvicina lo stagno e sullo stagno si appoggia la punta del saldatore ben calda. - (25) Una pallina sferica di stagno indica che il metallo era sporco. - (26) Una saldatura solida.

 

(27) Talvolta, per la fretta, si salda un filo ad un terminale senza averlo preventivamente piegato ad un uncino; se per caso allo stesso terminale va collegato un altro filo... - (28) ... si ottiene un risultato che fa perdere molto più tempo. - (29) E' bene evitare l'eccesso opposto perché se per caso occorre disfare la saldatura per un qualsiasi motivo questo risulta particolarmente difficile.

 

 

(30) Se si saldano fili coperti di tubetto isolante non lasciare filo scoperto per evitare possibili contatti. - (31) Dovendo fare una saldatura su un terminale fissato a materia plastica, può accadere che la materia plastica trasudi, per il calore, del liquido che può impedire allo stagno di aderire. Occorre fare la saldatura con una certa rapidità e tenendo il punto dove si salda al di sopra della parte in plastica. - (32) Per fare un collegamento con filo schermato si taglia con le forbici un di calza metallica...

 

(33) ... e si salda l'estremità della calza metallica rimanente, per evitare che si sfilacci. - (34) Evitare di fare i collegamenti con filo isolato con gomma, perché col tempo e col caldo, la gomma si screpola e si stacca, mettendo a nudo il conduttore.

 

 

(35) Per saldare i fili smaltati dei trasformatori pulirli prima con la carta vetrata. - (36) I fili litz delle bobine ed alta frequenza si scaldano alla fiamma di una lampada ad alcool... - (37) ... e si lavano poi nell'alcool.

 

(38) Per saldare i conduttori ad una spina multipla, si scoprono i conduttori e si infilano nei rispettivi piedini, tirando i conduttori stessi in modo che nell'interno della spina non rimangano condutture scoperte... - (39) ... indi si salda ogni conduttore alla estremità del suo piedino.

 


III - MISURA DELLE RESISTENZE

 

 

(40) Per misurare le resistenze si usa un apparecchio detto Ohmetro: esso ha due terminali che vanno a contatto con gli estremi della resistenza da misurare. La lancetta dà il valore di detta resistenza. - (41) Lo schema elettrico dell'Ohmetro è formato da una pila, un milliamperometro ed una resistenza il cui valore è uguale alla tensione della pila in volt diviso per il valore della corrente di fondo scala espressa in Ampere.

 

 

(42) Gli strumenti analizzatori per radiotecnici comprendono un Ohmetro con 2 o più portate contraddistinte dalla scritta ohm x1, x10, x100, ecc. - (43) Questo vuol dire che se, misurando una certa resistenza con la portata x10, lo strumento segna 250, il valore della resistenza è di 250x10=2.500 Ohm.

 

(44) In altri tipi il passaggio da una portata all'altra avviene mediante un commutatore . (45) Le varie portate sono utili perchè, se per esempio, si legge 1.500 Ohm a metà scala dello strumento, è agevole leggere solo valori di resistenze il cui valore è compreso tra 150 e 15.000 Ohm. In radiotecnica è però più spesso usato l'Ohmetro per misure di isolamento e di continuità.

 

 

(46-47) Per esempio, se uno vuol controllare se un certo circuito è isolato dalla massa, oppure se un condensatore è isolato, collega i terminali dell'Ohmetro al circuito ed alla massa, oppure ai terminali del condensatore.

 

(48-49) E' evidente che la portata da usare in questo caso è la più alta consentita dallo strumento. Un cenno particolare meritano i condensatori elettrolitici: essi sono polarizzati e perciò prima di effettuare la misura di isolamento occorre sapere quale dei due puntali dell'Ohmetro è collegato al lato positivo del circuito.

 

 

(50-51) Un mezzo semplice è quello di collegare i terminali dell'Ohmetro ad un voltmetro a c.c. Se il voltometro segna regolarmente, è positivo il puntale collegato al positivo del voltometro, se l'indice del voltometro va a sinistra, il contrario.

 

(52) Con una lampada al neon si realizza un dispositivo per controllare l'isolamento molto efficace ed economico. - (53) Tuttavia non si può usare per controllare isolamento di condensatori, perchè il condensatore per la sua stessa natura offre alla corrente alternata una resistenza tanto minore quanto più è grande la sua capacità per cui la lampadina si può accendere anche quando il condensatore è perfettamente isolato.

 

 

(54) Si tenga presente che, quando si deve misurare l'solamento di un condensatore od il valore di una resistenza, bisogna escludere questo condensatore o questa resistenza dal circuito, perchè la misura potrebbe essere falsata dalla presenza di altre resistenze: Nel caso in figura, per esempio, l'Ohmetro darà la somma delle resistenze R, ed R2, e non l'isolamento di C. - (55) Occorre perciò: prima staccare un estremo di C,.. - (56) ... poi effettuare la misura.

 

(57 e 58) Le prove di continuità servono a stabilire che vi sia continuità in una bobina, un circuito, ecc. la portata da usare in questo caso è la più bassa dello strumento.

 

 

(59) Un dispositivo molto semplice per verificare la continuità di circuito è quello in figura. - (60) L'unica eccezione a quanto detto sopra, si ha quando si prova la continuità dei filamenti nelle valvole miniatura e nelle bobine nei milliamperometri.


 

(61) Bisogna usare la portata più alta altrimenti si rischia di bruciare il filamento della valvola o la bobina del milliamperometro. - (62) Attenzione!!! Non effettuate misure di resistenze con l'Ohmetro su circuiti che siano sotto tensione; si rischierebbe di rovinare lo strumento!


 

Parte Seconda: PICK - UP

IV - RIVELATORE

 

 

(63)Per smontare la testina del rivelatore basta togliere la vite che la tiene fissata al braccio : in genere questa vite si trova nella parte inferiore; talvolta vi sono invece due viti laterali .(64) Appena smontata la testina...

 

 

(65) e' prudente che si dissaldino i fili di collegamento, per evitare di strapparli: attenzione all'ordine con cui sono collegati. (66) Per controllare rapidamente l'efficienza della calamita, si tenga presente che una buona calamita solleva un blocco di ferro dieci volte più pesante. (67) Controllare che la calamita aderisca perfettamente sulle espansioni polari per tutta la superficie di contatto.

 

 

(68 e 69) In caso contrario occorre assicurare queste aderenze, ma non spianando la calamita, bensì spianando le espansioni polari.

 

 

(70) Evitate, che facendo una saldatura sulla testina, la calamita venga scaldata dal saldatore: perderebbe la sua forza. (71) Per fissare la calamita in sede, a riparazione ultimata, si può usare colla in tubetto, ricordando di spalmarla dopo aver appoggiato in sede la calamita. (72) Per togliere il freno di gomma si tolgono le viti che fissano la custodia.

 

(73) e si toglie il freno sollevandolo verticalmente, senza forzarlo con cacciaviti o pinze. (74) Il supporto del freno di gomma presenta due glifi, che gli consentono un certo spostamento laterale, quando si allentino le viti di fissaggio. (75) Le espansioni polari si sbloccano togliendo le viti che si trovano nella parte inferiore della testina, accanto alla punta.

 

 

(76) Si sfilino lateralmente con molta attenzione per non danneggiare la bobina. In alcuni tipi basta toglierne una per liberare ancoretta e bobina. (77) Se i cuscinetti di gomma dell'ancoretta sono anche leggermente avariati sostituirli con altri nuovi di gomma molto elastica. (78) Nel caso in cui l'ancoretta fosse piegata,, od abbia la vite di fissaggio spanata,, sostituirla con una identica.

 

(79) Dopo aver rimontato espansioni polari, ancoretta e bobina, ci si assicuri che l'ancoretta sia libera di ruotare senza sfregamenti, e che la corsa dell'estremità della puntina sia circa 1 millimetro. (80 e 81) Le facce delle espansioni polari debbono essere parallele tra loro ed alla lamina dell'ancoretta.

 

 

(82) Si monti il freno di gomma (dopo essersi accertati della perfetta efficienza della gomma) controllando con il cacciavite che l'estremità superiore dell'ancoretta sia penetrata nel taglio del freno.  (83) Dopo aver messo in sede la calamita, regolare la posizione del freno in modo tale, che l'ancoretta sia nella posizione centrale della sua corsa, e vi ritorni dopo aver subito uno spostamento.  (84) Se l'azione della calamita è più fprte di quella del freno di gomma, l'ancoretta tenderà sempre ad assumere una posizione estrema della sua corsa;...

 

(85)... nel qual caso occorrerà spostare verso l'esterno una delle espansioni polari di pochi decimi di millimetro, e ripetere la centratura dell'ancoretta con il freno di gomma. - (86) Prima di rimontare la calamita collegare a massa l'armatura metallica della testina tramite la calza del filo schermato.

 

 

(87) Per cambiare la punta di zaffiro di un rivelatore Siemens, si smonta la testina togliendo le due viti della parte superiore. - (88) Sfilata la testina si distaccano i fili di collegamento tenendo nota della loro rispettiva posizione. - (89) Si sollevano le linguette della scatola di protezione...

 

(90) ... e si sfila la scatola della testina. Per estrarre la testina si possono usare le due viti di fissaggio dopo averle introdotte nei loro fori. - (91) Si estrae la calamita dal suo alloggiamento. - (92) La puntina è fissata alla testina con due viti e due dadi di forma speciale.

 

 

(93) Per allentare le viti introdurre un cacciavite sottile negli appositi fori sulla parte superiore della testina. - (94) Prima di rimontare la testina si controlli che la punta abbia libertà di movimento e sia nella giusta posizione. - (95) Schema elettrico. La prima resistenza variabile è quella di carico: diminuendo il suo valore si attenuano le frequenze basse; la seconda è il controllo di tono; diminuendone il valore si attenuano le frequenze alte.

 

(96) Per controllare la continuità della bobina, si misuri la resistenza con l'ohmetro tra i punti A e B della figura: si dovrà leggere il valore della resistenza interna della bobina che varia da circa 100 a circa 2.000 ohm a seconda dei tipi. Se l'ohmetro segna 0 c'è un corto circuito: probabilmente nel filo di collegamento. - (96 a) Per provare la continuità di tutto il circuito si ripete la misura agli spinotti di collegamento del rilevatore alla radio.

 

 

(97) Testina di rilevatore piezoelettrico: le vibrazioni meccaniche vengono trasformate in oscillazioni elettriche sfruttando il fenomeno della piezoelettricità.  (98) Per cambiare la puntina, si allenta la vite tenendo il pollice contro la puntina in modo da non farla ruotare. (99) Si sostituisce la punta e si stringe di nuovo la vite.


 

 

V - MOTORE DEL GIRADISCHI

 

 

(100) Per controllare se un motorino di grammofono ha un guasto elettrico, si metta in posizione di moto spostando all'esterno il braccio del rilevatore. - (101) Si misuri con l'ohmetro la resistenza ai capi della spina di presa di corrente del motorino. Se l'ohmetro segna alcune centinaia di ohm il circuito è a posto, e allora il guasto è di origine meccanica; se segna zero c'è un corto circuito, se non segna c'è interruzione...

 

 

(102) Questo è lo schema elettrico del motorino e dei suoi accessori: spina, cordone, morsetti, interruttore e cambio tensioni. Se si è visto che c'è un corto circuito, esso risiederà probabilmente nel cordone di alimentazione: per verificare... - (103) ...staccare i capi del cordone dai morsetti e ripetere la misura di cui a fig. 101, se l'ohmetro segna zero il corto è nel cordone che va sostituito. Nel caso che il corto sia altrove, osservare se non sia bruciato l'avvolgimento (vedi in seguito), oppure se c'è qualche collegamento scoperto.

 

 

(104) Più facile è trovare un'interruzione: si controlli la continuità del cordone tenendo un puntale sulla spina e... - (105)...l'altro sulle viti del morsetto (punti B e K della fig. 102).

 

 

(106) Si controlli la continuità dell'interruttore... - (107) ... e degli avvolgimenti tenendo presente che i punti F e G di fig. 102 li troviamo mettendo il cambio tensioni su 220 e misurando la continuità dell'avvolgimento...

 

(108) ...tra lo spinotto del cambio tensioni e... - (109) ... il morsetto, per un avvolgimento...

 

 

(110) ...mentre per l'altro, tra lo stesso spinotto e l'interruttore. - (111) Un altro controllo da fare con l'ohmetro è quello d'isolamento, da farsi quando il motorino è a posto e tutti i collegamenti sono stati effettuati. Si misura allora la resistenza tra la spina e una parte metallica qualsiasi del motore. Se l'ohmetro segna resistenze infinite l'isolamento è buono, altrimenti cercare dove manca in questo modo...

 

(112) ...: si stacchino i collegamenti ai morsetti, quelli all'interruttore, si tolga il cambio tensioni e si misuri la resistenza tra la massa e ciascuna parte selezionata: si individuerà il pezzo in cui difetta l'isolamento. - (113) Se il guasto non è elettrico bisogna smontare il motorino per ricrearlo; si tolga il piatto, si sfili la leva del regolatore di velocità...

 

 

(114) ... si sfili dall'asse del motorino il comando del freno, se il motorino ne è provvisto,.. - (115) ...si dissaldino i fili che arrivano all'interruttore,... - (116) ...e infine si stacchi il motore togliendo le tre viti con le rondelle di gomma (attenti alle rondelle di gomma che si trovano nella parte inferiore).

 

(117) Si smonta il coperchio del motorino, togliendo le tre viti che lo fermano alla carcassa... - (118) ...e si sfila verticalmente tenendo in sede l'asse del motorino.

 

 

(119) Si toglie quindi l'asse: questo riceve il movimento attraverso una ruota elicoidale i cui denti, essendo di fibra per rendere la trasmissione silenziosa, possono essere consumati e rotti. - (120) La ruota stessa, nei tipi non molto antichi, è montata sull'asse non rigidamente, ma con una molla,... - (121) ..., che trascina l'asse in un senso di rotazione...

 

(122) ... ed è folle nell'altro. - (123) In altri tipi la ruota trascina l'asse tramite un sistema a frizione, formato da una rondella elastica che viene stretta contro la ruota da un anello.

 

 

(124) Se la ruota tende a slittare sull'asse, si allenta la vite dell'anello e lo si stringe, dopo aver schiacciato un po' di più la rndella elastica. - (125) Nella parte inferiore dell'asse c'è una sfera d'acciaio: si controlli che non manchi e che non sia rotta.

 

(126) Si provi a far ruotare l'indotto (cioè la parte mobile di un motorino ad induzione) con le dita: esso deve essere perfettamente libero anche quando rovesciando il motorino... - (127) ...si tenga l'asse dell'indotto in posizione verticale, e questo gravi con tutto il suo peso su un perno solo.

 

 

(128) Se l'indotto è completamente bloccato o si sente sfregare sullo statore si allentino le quattro viti del coperchio,.. - (129) ...e si diano al coperchio dei leggeri colpi per trovare la posizione che rende libero il rotatore. Serrate le viti, si controlli che lo indotto ruoti dando corrente...

 


 

(130) ... dopo aver cortocircuitato i fili che andavano all'interruttore. - (131) Se l'indotto invece risulta frenato si versino alcune gocce di petrolio sui perni...

 

 

(132) ... se non si ottiene alcun miglioramento, si estragga il coperchio laterale del motore (attenti a non perdere la sfera d'acciaio che si trova nella boccola).  (133) Si controlli che l'asse dell'indotto abbia un certo gioco; in caso contrario il difetto è dovuto alla boccola che, per la deformazione della carcassa, ha subito un impercettibile spostamento. Si può rimediare all'inconveniente in questo modo: ... (134) ...si sfili l'indotto...

 

(135) ...si allenti la vite che ferma la boccola... - (136) ...e si sposti in fuori di un millimetro corca con dei leggeri colpi, si allenti il dado e... - (137) ...si stringa la vite reggispinta tanto quanto si è fatta uscire fuori la boccola; si rinserri il dado.

 

 

(138) La boccola che prima aveva questa posizione rispetto alla carcassa... - (139) ...dovrà assumere quest'altra posizione (in questa operazione non ruotare la boccola per evitare che i due condotti dell'olio risultino sfalsati).

 

(140 - 141 e 142) Se invece il controllo di cui a fig. 133 è stato positivo il difetto sarà dovuto alla boccola sull'altro perno (cioè quello al centro del coperchio di cui a fig. 132). Per controllarla si estragga completamente la boccola di cui a fig. 136 si rimetta lo indotto ed il suo coperchio e si eseguano tutte le operazioni indicate nelle figg. 133-134-135-136-137.

 

 

(143) Il freno centrifugo si toglie allentando la vite sul collarino; controllare che le mollette siano sane e che il piatto di frizione sia perfettamente liscio, altrimenti sostituirlo. - (144) Verificare lo stato del feltro di frizione. - (145) Per togliere gli avvolgimenti dello statore, si levino le viti che fissano il ferro statorico alla carcassa...

 

(146) ... si smonti il cambio-tensioni e se ne estraggano le lamelle di contatto... - (147)...si stacchino i fili del morsetto...

 

 

(148) ...e si estragga il pacco dello statore (attenti a non danneggiare i fili del cambio-tensioni) . - (149) Col cacciavite si tolgano i perni che tengono in sede gli avvolgimenti...

 

(150) ...e si sfili l'avvolgimento dopo averlo estratto attraverso le scanalature del pacco di lamierini. - (151) Se il piatto è storto lo si faccia ruotare tenendo una matita a pochi millimetri dal suo orlo esterno ed abbassandola lentamente fino a quando lasci un segno sulla parte superiore delle gobbe del piatto.

 

 

(152) Poi si raddrizzi con le mani abbassando la parte segnata dalla matita e alzando l'altra. - (153) Se invece il piatto è perpendicolare all'asse, ma ruota su di un piano inclinato, occorre raddrizzare il motore stringendo ed allentando opportunamente le tre viti con le rondelle di gomma.

 

 

(154) Se l'inclinazione è sensibile, è più opportuno... - (155) ...interporre una rondella di cartone per evitare di dover lasciare lenta una delle tre viti. - (156) Per regolare la velocità si allenti la vite che serra la leva all'alberino e si aggiusti quest'ultimo con un cacciavite.

 

(157) Se prima di trovare l'esatto punto di regolazione si arriva al fondo corsa occorre spostare il freno centrifugo sull'alberino di comando il che nei motori moderni si può fare dall'esterno attraverso un'apertura praticata nella parte laterale della carcassa. - (158) La leva del braccio che comanda il freno automatico deve essere perfettamente orizzontale e non deve scavalcare la leva del freno: per realizzare queste condizioni se non fossero verificate basta piegare la leva con le mani.

 

 

(159) In alcuni tipi la frizione del freno automatico è registrabile come in figura; la pressione che la molla deve esercitare, deve essere un po' superiore alla minima indispensabile per trascinare la leva di scatto. - (160) Il perno dell'asse deve essere perfettamente pulito dal grasso e così pure la rondella elastica che dà lo scatto al freno.

 


 

Parte Terza: RADIORIPARAZIONI

VI - PRELIMINARI

Per iniziare la riparazione di una radio la prima cosa da fare è estrarre il telaio. (161) Si tolgono le manopole allentando le viti di serraggio, oppure si estraggono se sono del tipo a pressione: in questo caso attenzione a non perdere le mollette di pressione. - (162) Si tolgono le viti che fissano il telaio al mobile; in genere si trovano sotto il mobile, talvolta nell'interno...

 

 

(163) ...e si mettono insieme alle manopole e ad altri pezzi, che si toglieranno in seguito, in una scatola. - (164) Prima di estrarre il telaio accertarsi che non vi siano collegamenti dell'altoparlante da staccare,.. - (165) ...o da togliere staffe che sostengono la scala parlante, o...

 

(166) ...lampadine che vadano sfilate, od altre cose che si possono danneggiare per una inutile fretta nel volere estrarre il telaio. - (167) Per estrarre il telaio prenderlo solidamente per la scatola o per il trasformatore di alimentazione. Si eviti di fare forza sugli altri pezzi anche se sono più a portata di mano.

 

 

(168) Una volta estrattolo occorre appoggiarlo in posizione comoda per fare le riparazioni. Un po' di buonsenso aiuterà ad evitare danni come quello illustrato in figura. - (169) Uno degli inconvenienti più banali è la rottura delle funicella della scala parlante. A seconda dei tipi la sostituzione è più o meno laboriosa: si cominci sempre in ogni caso dalla ruota del variabile, agganciando il filo alla ruota, tenerlo teso con una mano; con l'altra passarlo sulla prima puleggia e così via.

 

(170) Per ultimo si fissi l'indice allineandolo con l'emittente locale. - (171) Se il percorso del filo fosse dubbio si ricordi che a variabile aperto, o nucleo magnetico estratto, corrisponde la frequenza maggiore, cioè la lunghezza d'onda minore.

 

 

(172) La ricerca del guasto in un apparecchio radio completamente muto può sembrare a prima vista molto più difficile di quanto non sia nella realtà. Si esamini la figura schematica: il segnale captato dall'antenna passa attraverso i vari stadi: alta frequenza, oscillatore e mescolatore, media frequenza, finale ed arriva infine all'altoparlante:... - (173) ... c'è inoltre l'alimentatore, il quale, indirettamente, è necessario per il funzionamento.

 

(174) Supponiamo ora che lo stadio di bassa frequenza sia guasto: il segnale non arriverà all'altoparlante; se ora noi stacchiamo la bassa frequenza dal finale ed applichiamo all'ingresso di quest'ultimo un segnale a bassa frequenza udremo questo segnale riprodotto dall'altoparlante. - (175) Lo stesso si può dire per qualsiasialtro stadio: per esempio, se lo stadio convertitore è guasto, noi stacchiamo la media frequenza dal convertitore e vi applichiamo un segnale adatto con l'oscillatore modulato: udremo il segnale. In altre parole noi possiamo rapidamente circoscrivere il guasto a quello stadio dal quale non riusciamo ad ottenere alcun segnale, mentre lo stadio seguente funziona perfettamente.

 

 

(176) Per quanto riguarda l'alimentatore le cose si semplificano ulteriormente e noi cominceremo da questo. I difetti che si possono riscontrare sono: mancanza di tensione ai filamenti delle valvole, mancanza di tensione anodica, mancanzadi qualsiasi tensione. - (177) Per l'esame dei guasti del ricevitore è necessario metterlo nelle normali condizioni di funzionamento. Se per estrarre il telaio si fossero dovuti staccare i collegamenti dell'altoparlante, si riallaccino nuovamente, usando un cordone provvisorio di allungamento se necessario. Si accenda il ricevitore: si controlli che tutte le valvole si accendano; in caso contrario si esamini con l'ohmetro lo stato del filamento della valvola spenta, se è buono, si controlli con il voltometro la tensione ai piedini.

 

 

(178 - 179 - 180 - 181) Nelle figure indicate, si vedono quali sono i contatti corrispondenti ai filamenti delle amplificatrici più comuni che si trovano negli apparecchi radio.

 

 

(182) In caso di dubbio consultare sempre le tabelle. - (183) Per estrarre le valvole dall'apparecchio si cerchi di fare il minor sforzo possibile sul bulbo. Il sistema migliore è quello di esercitare uno sforzo di trazione e, contemporaneamente, smuovere la valvola in vari sensi. - (184) Se la valvola fosse restia ad uscire, od il bulbo di vetro fosse scollegato dallo zoccolo, aiutarsi con un cacciavite come leva.

 

(185) Una valvola può non accendersi perché le pinzette dello zoccolo sono allentate: stringerle. - (186) Può darsi anche che gli spinotti siano sporchi od ossidati; pulirli con benzina o carta smeriglio. - (187) Analogamente per gli zoccoli, specie quelli a contatti laterali, che vanno accuratamente puliti con uno stecchino imbevuto di benzina. Se manca tensione ai collegamenti dello zoccolo non è difficile trovare l'interruzione: è sufficiente seguire i collegamenti e misurarne la continuità (ad apparecchio spento però!).

 

 

(188) Può darsi che invece di un’interruzione ci sia un corto circuito nei fili di collegamento, per trovarlo: togliere le valvole, distaccare i collegamenti e misurare l'isolamento. - (189) Se tutte le valvole sono spente ed anche le lampadine della scala, escluso il caso che siano tutte bruciate, ricercare il difetto nel circuito primario.

 

(190) Controllare, se c'è, il fusibile annesso al cambio-tensioni: FG in fig. 189, ... - (191) ..., il cordone di alimentazione e l'interruttore: DE in fig. 189; quest'ultimo si controlla facilmente cortocircuitandone i terminali: se era isolato il corto determina l'accensione del ricevitore.

 

 

(192) Quando è tutto a posto, la resistenza che si misura tra gli spinotti puo' variare di 5 a 10 ohm. - (193) Se effettuando il controllo di continuità proprio agli estremi dell'avvolgimento primario si constata interruzione, occorre sostituire l'avvolgimento.

 

 

(194) In alcuni apparecchi di tipo antiquato, un pulsante, comandato dal pannello posteriore, interrompe la corrente quando si toglie il pannello. - (195) La tensione anodica si misura tra il catodo della raddrizzatrice e la massa. Ovviamente se la raddrizzatrice non si accende, non si misurerà alcuna tensione.

 

 

(196 - 196a - 196b) Si faccia molta attenzione quando si misura la tensione al filamento della raddrizzatrice: vi sono circa trecento volt di tensione tra il filamento e la massa. Si controllino le altre tensioni: se c'è tensione tra le due placche, ma non tra queste e la massa, è staccata da massa la presa centrale del secondario alta tensione: D in figura 202.

 

(197) Un più rapido controllo per sapere se c'è tensione anodica, quando gli elettrolitici sono allogati accanto all'altoparlante, od in altro posto facilmente accessibile, si ha misurando la tensione ai capi di uno qualunque di essi. Se manca tensione puo' esservi un corto circuito od un'interruzione.

 

 

(198) Se c'è un corto circuito è importante che il riparatore se ne accorga subito. Il sintomo più evidente e pericoloso, è l'arrossamento delle placche della raddrizzatrice. Questo arrossamento denota il sovraccarico della valvola, che puo' essere messa fuori uso in pochi secondi. - (199) Controllare le presenze di corti nell'alta tensione sfilando la raddrizzatrice, e misurando la resistenza tra il filamento e la massa...

 


 

(200) ...oppure il catodo e la massa se la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto. Se la resistenza misurata è minore di 30.000 ohm non accendere l'apparecchio radio, ma ricercare il corto. - (201) In alcuni apparecchi esiste un partitore di tensione, per cui anche in condizioni perfette di isolamento si legge il valore della resistenza del partitore.

 

 

(202) Più spesso che in altri posti il corto si verifica nei due elettrolitici e, meno frequentemente, nel condensatore di placca della finale: nello schema questi punti in corto con la massa sono ABC. - (203) Si possono verificare facilmente questi tre condensatori togliendo la raddrizzatrice e la finale senza neanche togliere il telaio.

 

(204) In alcuni apparecchi, che hanno tensioni anodiche molto elevate, è opportuno mettere due condensatori elettrolitici in serie, con due resistenze per equilibrare il carico. I condensatori elettrolitici vanno sostituiti non solo quando sono in corto ma anche quando la loro capacità è diminuta dopo qualche anno di attività. - (205) Una prova semplice dell'efficienza di un elettrolitico si fa così: si stacca l'elettrolitico da un lato e si inserisce il voltmetro con portata adatta a sopportare la tensione cui lavora il condensatore.

 

 

(206) Si accende il ricevitore: il voltmetro segnerà tutta la tensione; ... - (207) ...; dopo alcuni secondi, la lancetta sarà tornata verso lo zero se il condensatore non è in corto. Se lo strumento è del tipo a 1.000 ohm per volt, e la lancetta e' arrivata a segnare un decimo della tensione di lavoro o meno, il condensatore può ancora andare.

 

(208) Quando l'indice del voltmetro si è fermato, staccare il voltmetro, e mettere in corto i terminali del condensatore. Se all'atto del corto non si ha scintilla oppure si ha una scintilla appena percettibile, sostituire il condensatore. - (209) Non mettre mai un condensatore elettrolitico vicino ad una valvola o ad altra sorgente di calore: se ne abbrevierebbe la vita.

 

 

(210) Se si riscontra che il trasformatore scalda, può darsi che sia, anche solo parzialmente, in corto circuito. Per accertarsene regolare il cambio-tensioni su una tensione maggiore di quella di alimentazione e lasciare il trasformatore sotto carico, dopo aver staccato tutte le valvole e le lampade, par alcune ore. - (211) Se si scalda in queste condizioni occorre rifare l'avvolgimento.

 

(212) Un altro inconveniente che si può presentare è la vibrazione di qualche lamierino; stringere le viti di serraggio e, se non basta... - (213) ... provare con qualche colpo di martello.

 

 

(214 e 215) Alcuni apparecchi di tipo economico non hanno il trasferimento di alimentazione. I filamenti delle valvole sono alimentati in serie e collegati alla rete luce: i più perfezionati tramite una resistenza detta termistore, RT in figura, che possiede a freddo un valore molto piu' elevato che non a caldo. Si viene cosi' ad eliminare in pericolo che qualche filamento si bruci all'atto dell'accensione. Il controllo dei filamenti si fa misurando la tensione con il voltmetro ad apparecchio acceso. Se il filamento è interrotto il voltmetro segnerà tutta la tensione della rete. Nei tipi che montano la raddrizzatrice 35Z5, con presa a 6 V del filamento, è inserita la lampada del quadro come mostrato in figura. Con tale disposizione il corto circuito di un elettrolitico provoca la fusione della lampada e del tratto di filamento AC. Eliminando il collegamento CB, si salva la valvola.

 


 

VII -  CONTROLLO TENSIONI

Una volta accertato che l'alimentatore è a posto possiamo controllare tutte le tensioni anodiche. (216) Il controllo può anche non essere accurato: si dispone il voltmetro per 300-500 volt, si infila il puntale negativo nelle boccole di massa e con l'altro si toccano tutti i piedini delle valvole. - (217) Se la valvola è un triodo amplificatore il solo piedino della placca è sotto tensione. - (218) Se la valvola è un tetrodo o un pentodo: due piedini.

(219) Se la valvola è un convertitore pentagriglia con oscillazione di catodo: due piedini. - (220) Se la valvola è una convertitrice pentagriglia con griglia anodica od una valvola doppia (triodo, esodo, ecc.): tre piedini. - (221) Si controllino anche le griglie controllo: l'indice dello strumento non si dovrà muovere affatto, o dovrà muoversi appena in senso opposto: altrimenti vuol dire che il condensatore di accoppiamento alla placca precedente è in corto.

(222) Si faccia attenzione al fatto che, molto spesso, i collegamenti non utilizzati di una valvola vengono utilizzati come sostegni in altri circuiti che possono essere soggetti a tensioni elevate. - (223) Negli zoccoli a contatto laterale è altrettanto semplice effettuare controlli di corrente: un puntale dell'amperometro si appoggia sul contatto laterale della valvola, con l'altro puntale si spinge in fuori la linguetta dello zoccolo. - (224) La misura della tensione di griglia controllo si può fare solo con un voltmetro a valvola: quando questa tensione è ottenuta con una resistenza catodica, la tensione che si misura ai capi della resistenza è anche la tensione di griglia controllo, e questa misura può essere fatta anche con un voltmetro normale..

(225) Quando si riscontra che uno stadio amplificatore non amplifica molto, e tutti i componenti sono a posto verificare le valvole con un provavalvole. - (226) Oltre che esaurita una valvola può essere rumorosa; si controlla cio' colpendola leggermente col manico del cacciavite mentre il ricevitore funziona. Se si sentono scariche, scrocchi e sbalzi nella resa sonora la valvola va sostituita.

(227) Prima di sostituirla provare con il saldatore a rifare la saldatura sui piedini. Una qualunque di queste potrebbe non essere stata fatta a dovere. - (228) Provare anche a smuovere le valvole durante il funzionamento del ricevitore . Nessun rumore o fruscio deve accompagnare questi movimenti, altrimenti vedi figg. 185-186-187.


VIII - BASSA FREQUENZA

Esaminiamo ora come è possibile individuare gli stadi guasti. Per prima cosa mettere il ricevitore in posizione FONO e controllare se riproduce i dischi; in tal caso la parte a bassa frequenza è a posto. (229) Può non esservi il pick-up o non essere prevista l'applicazione del fono, in tal caso si può inserire l'oscillatore a bassa frequenza direttamente tra la griglia della prima valvola a bassa frequenza e la massa. - (230) Ancora più semplicemente si può toccare il cappuccio della valvola: si sentirà un rumore caratteristico.

(231) Se la valvola ha la griglia controllo su un piedino si può toccare con un cacciavite il piedino. Le stesse prove si possono fare per lo stadio finale: si tenga però presente che il rumore caratteristico è fortemente ridotto poichè ora c'è uno stadio solo che amplifica. - (232) Per controllare rapidamente trasformatore di uscita e altoparlante, ad apparecchio spento, si inserisca l'ohmetro (portata più bassa) tra schermo e placca della finale: si sentirà un debole toc all'altoparlante: se no è interrotto uno dei tre: primario trasformatore, secondario o bobina mobile. Su come inserire l'oscillatore all'ingresso della MF e dell'AF sarà detto nella parte ALLINEAMENTO.

(233) Anche la media frequenza si può controllare più rapidamente toccando con un cacciavite il cappuccio della valvola: se si sente una scarica intensa la media frequenza va bene. - (234) I guasti che si possono trovare nel circuito a bassa frequenza sono tutti di facile ricerca. Provata l'efficienza delle valvole basta eseguire i controlli di tensione, di isolamento e di conduzione dei vari pezzi per individuare il guasto. Se misurando la tensione di catodo della finale non si legge nessuna tensione l'elettrolitico è in corto. Prima di sostituirlo controllare se non sia interrotta la resistenza: infatti, se questa si interrompe, ai capi dell'elettrolitico è presente tutta la tensione anodica, e quindi va immediatamente in corto.

(235) Analogamente se una resistenza del circuito di alta tensione risulta bruciata, prima di sostituirla, controllare che a valle di questa non vi sia qualche condensatore in corto. - (236) I controlli normali di volume e di tono possono col tempo diventare rumorosi: sostituirli. - (237) Se la riproduzione è debole e stridente, si è staccato il condensatore di accoppiamento, e allora solo le frequenze più alte passano.


IX - ALTOPARLANTE

Nell' altoparlante la causa più comune dei guasti è il cono. (238) Esso è costituito da un cono di carta che ha sul vertice un cilindro su cui sono avvolte poche spire di filo. Nell'interno del cilindro c'è il centratore detto ragno. - (239) Talvolta il centratore è invece esterno alla bobina. - (240) La bobina puo' essere storta od... - (241)... ovalizzata dalle rapide vibrazioni cui è soggetta. In questo caso, come nel caso più semplice di bobina che struscia contro il ferro perchè fuori centro, la riproduzione è accompagnata da raschiamenti e rumori sgradevoli.

(242) Il cono può essere rotto, o scollato parzialmente, nel qual caso si sente un fruscio particolare. La scollatura si rende evidente premendo leggermente il cono dalla parte posteriore. - (243) Per distaccare il cono occorre togliere la vite del ragno...

(244) ... dissaldare i collegamenti della bobina mobile... - (245) ...e scollare il cono con un solvente come l'acetone, oppure staccarlo con il cacciavite, facendo molta attenzione a non rovinarlo se si prevede che si possa riutilizzare. - (246) Per cambiare la bobina mobile si deve bagnare il bordo di attacco con il solvente finchè la colla non si è riammorbidita.

(247) tolto il cono si pulisca accuratamente il traferro con uno stecchino od un pezzo di cartone, in modo da togliere tutti i grani di polvere o limatura di ferro che possono esservi depositati. - (248) Controllare inoltre che il nucleo centrale sia esattamente centrato rispetto al foro...

(249) ...e, nel caso che non lo sia, forzarlo con un cacciavite. - (250) Per incollare il cono sul castello si spande la colla lungo tutto il bordo di attacco...

(251) ...si infila il cono nel suo alloggiamento, curando che sia il più possibile centrato, e... - (252) ...si pressa il cono contro la superficie bagnata di colla. - (253) Per controllare il centraggio, si prende il cono tra il pollice e l'indice e si sposta leggermente in dentro e in fuori (senza dare però una pressione laterale) ascoltando se c'è sfregamento.

(254) Per centrare la bobina si allenta la vite del ragno, si infilano tre o quattro listarelle di cartone sottile (poste simmetricamente) tra la bobina ed il nucleo di ferro, poi si stringe la vite del ragno e si tolgono le listarelle. - (255) Oppure si effettua l'operazione di cui alla fig. 253 dando però una pressione laterale in varie direzioni. Così si puo' trovare qual è la direzione in cui bisogna spostare il ragno perché la bobina mobile non sfreghi contro il ferro. Nella figura il punto A rappresenta il punto del cono stretto tra il pollice e l'indice, e le frecce indicano gli spostamenti che detto punto deve subire. - (256) Se il cono ha uno strappo molto piccolo si può riparare incollando una pecetta di carta leggera sullo strappo; se lo strappo è grande conviene cambiarlo.


 

X - RIVELAZIONE

I guasti al circuito di rivelazione sono molto rari, ma la ricerca è più difficoltosa. Distingueremo il caso in cui non si ha alcuna ricezione dal caso in cui la riproduzione è distorta. Nel primo caso si deve controllare che il fono funzioni normalmente, del che ci si puo' rendere conto toccando la griglia della prima valvola in bassa frequenza. (257) Poi sintonizzare l'apparecchio sull’emittente locale o applicare, con l'oscillatore, un segnale, di frequenza uguale al valore della media frequenza, alla griglia alla valvola di media frequenza.

(258) Un milliamperometro inserito nel circuito di placca della valvola di media frequenza dovrà indicare una diminuzione quando si mette in sintonia. Se c'è diminuzione il difetto è nel circuito di rilevazione altrimenti è nello stadio a media frequenza. Controllare... - (259)... la resistenza tra il piedino del diodo ed il catodo: l'ohmetro deve segnare il valore di R (da 0,2 a 0,5 megaohm). Se segna resistenza infinita controllare separatamente R e il secondario del trasformatore di media frequenza...

(260) L'isolamento del condensatore C2 che, se è solo parzialmente in corto, puo' non paralizzare completamente il ricevitore; l'isolamento del cavo schermato che parte dal punto 2 di fig. 258. Nel caso invece che si abbia riproduzione difetosa si controlli che quei difetti non si abbiano nella riproduzione fonografica. I difetti più comuni sono: ...- (261) ...riproduzione ronzante e cupa: R troppo alto; riproduzione stridente e instabile: C staccato; i valori della resistenza R e del condensatore C sono legati tra di loro; aumentando l'uno si deve diminuire l'altro.

(262) Se il ricevitore entra in oscillazione la causa è il passaggio di alta frequenza nel circuito di bassa frequenza; si può aumentare la capacità filtrante del rivelatore come in figura. Si tenga presente che aumentando R o C si esaltano le frequenze alte e si sopprimono le basse e viceversa.

 


XI - CONTROLLO AUTOMATICO DEL VOLUME

I difetti che può presentare il CAV non paralizzano mai il ricevitore e raramente se ne presentano. (263 e 264) Sono rappresentati in figura due circuiti tipici CAV, in essi la differenza è nel modo di prelevare la tensione ad alta frequenza da raddrizzare.

(265) Per controllare rapidamente se il CAV funziona, accordare il ricevitore sull’emittente locale, accertandosi che l'efficienza del ricevitore e l'antenna siano tali che l'emittente sia udibile col controllo di volume quasi al minimo. In queste condizioni collegando il punto 2 a massa (che corrisponde ad un terminale del I trasformatore di media frequenza) si dovrà udire un netto aumento di potenza sonora. nel caso che non si percepisca nessun aumento controllare: 1) se il diodo è esaurito; 2) se il C2 è in corto circuito; 3) se i collegamenti sono interrotti; Si tenga presente che è possibile misurare la tensione CAV solo con voltmetro a valvola. Con uno strumento magnetodinamico è possibile avere solo un'indicazione approssimata.

(266) Un'interruzione della resistenza R2 od in genere qualsiasi interruzione che lasci una griglia controllo senza tensione di polarizzazione si riconosce facilmente dalla voce balbettante e distorta dell'apparecchio. - (267) Il corto di R2 oppure il distacco di C2 provocano il ritorno dell'alta frequenza alla griglia dalla valvola di media frequenza con il risultato che l'apparecchio fischia. Il fischio varia di tono con variare della sintonizzazione con l'emittente.


 

XII - MEDIA FREQUENZA

(268) Schema tipico di stadio amplificatore a MF - (269) Se lo stadio paralizza il ricevitore controllare con il voltmetro: 1) se la tensione manca, ed è invece presente in b, è interrotto l'avvolgimento del trasformatore MF; 2) se la tensione manca può essere in corto C6, oppure essere interrotto il filo di alimentazione; 3) se la tensione manca, puo' essere interrotta R2 o in corto C4 o entrambi i difetti; 4) se la tensione manca, dopo aver controllato i tre punti precedenti è in corto C4; se è troppo elevata è interrotta R1 (il valore di questa tensione è x 2 volt.).

(270) Con l'ohmetro controllare la continuità degli avvolgimenti e l'isolamento dei compensatori dei trasformatori MF. - (271) La presenza di fischi prodotti dallo stadio di MF può essere dovuta a capacità insufficiente dei condensatori segnati in grassetto nella figura.

(272) Per provare se il filtraggio dei condensatori di cui a fig. 271 è sufficiente o meno, si può collocare temporaneamente in parallelo a ciascuno di essi un condensatore da 0,1 microfarad. Se i fischi cessano sostituire il condensatore.

(273) I fischi possono essere anche prodotti dai collegamenti dei condensatori troppo lunghi che provocano accoppiamenti elettrolitici. - (274) Più spesso la causa è in uno schermo che non fa bene contatto. Infine scarsa sensibilità e selettività e anche distorsione possono essere dovuti a cattivo allineamento o errata tensione di polarizzazione della griglia controllo.


 

XIII - CONVERSIONE DI FREQUENZA

(275) Schema tipico di conversione di frequenza con valvola pentagriglia: le prime due griglie provvedono alla produzione di oscillazioni. - (276) Con una valvola pentagriglia e con oscillazione di catodo si può ottenere il soppressore.

(277) In questo schema le oscillazioni sono ottenute con valvola oscillatrice separata dalla mescolatrice. La prima cosa da fare, dato che il difetto risiede nell'alta frequenza, è stabilire se è difettosa la sezione oscillatrice o la sezione mescolatrice. - (278) Si controlli per prima la sezione mescolatrice applicando all'antenna , con l'oscillatore, un segnale modulato della stessa frequenza della media frequenza. Se il segnale viene riprodotto la sezione mescolatrice è a posto. In caso contrario controllare con l'ohmetro la continuità dei circuiti e l'isolamento dei condensatori segnati in grassetto nella fig. 276.

(279) Per controllare se la sezione oscillatrice funziona si stacchi il collegamento dell'anodo dell'oscillatore e si inserisca un milliamperometro, con portata almeno fino a 20 mA, tra il filo staccato e il corrispondente piedino. - (280) si cortocircuiti il condensatore variabile dell'oscillatore: se all'atto del corto circuito si nota una variazione di corrente nel milliamperometro, l'oscillatore funziona, altrimenti controllare al solito continuità ed isolamento nelle singole parti che compongono l'oscillatore (segnate in grassetto in fig. 275). Spesso ci si puo' rendere conto che l'oscillatore non funziona perché col volume al massimo si sente quel fruscio caratteristico che si nota quando l'apparecchio non è sintonizzato su nessuna emittente, pur non essendo possibile alcuna audizione.

(281) La fonte del maggior numero di difetti dell'alta frequenza è il cambio gamma. Smuovendo appena la manopola del cambio gamma, se i contatti non sono stabili, si sentiranno scariche e fruscii, ed alle volte l'apparecchio ammutolisce completamente. - (282) Si puliscano i contatti con pennello bagnato di benzina o petrolio, che non lasci peli, e si ruoti più volte il commutatore in tutte le posizioni in modo che i contatti stessi raschino la patina di polvere. - (283) Non si cerchi di aumentare la pressione del contatto forzando la linguetta: la si metterebbe fuori uso. Nel caso che ci sia qualche linguetta storta, la cosa più conveniente da fare è sostituire quella sezione del commutatore.


 

XIV - TARATURA MEDIA FREQUENZA

La taratura della media frequenza consiste nell'allineare i circuiti accordati dei traformatori di media frequenza al valore esatto della media frequenza. Si cominci sempre dall'ultimo trasformatore prima della rivelatrice e si allineino successivamente gli altri (se vi è più di uno stadio amplificatore MF) fino a quello che segue la convertitrice. (284) Per tarare l'ultimo trasformatore di MF, nel caso che la griglia controllo dell'amplificatrice a MF sia polarizzata mediante resistenza catodica, si procede così: si stacca la clips della valvola e si collega a massa attraverso una resistenza da 10.000 ohm la griglia. - (285) L'uscita dell'oscillatore viene collegata tra la griglia e la massa: l'oscillatore deve generare un segnale di frequenza uguale al valore della MF.

(286) Se invece la tensione di polarizzazione è ottenuta diversamente si procede come illustrato in figura. - (287) Per rendere percepibile il segnale modulato si puo' collegare un voltmetro a c.a., portata 3 volt, in parallelo alla bobina mobile...

(288)...oppure un voltmetro c.a. portata 100 volt tra la placca della finale e la massa attraverso un condensatore da 1 microfarad. Se l'apparecchio è provvisto di indicatore ottico di sintonia si può utilizzare quest'ultimo come indicatore d'uscita, per cui è sufficiente un segnale non modulato. Paralizzare il circuito CAV cortocircuitando C2 di fig. 263 e l'oscillatore come in fig. 278. - (289) Infine di registrino i due compensatori fino ad ottenere la massima uscita: si cominci da uno e si passi all'altro, indi si ritocchi il primo e poi ancora il secondo.

(290) Si faccia attenzione al fatto che la vite di registro del compensatore può essere collegata all'alta tensione. - (291) Lo stesso modo di operare vale per i trasformatori registrabili mediante spostamento del nucleo magnetico. - (292) Se il nucleo ferromagnetico sciacqua nella sua sede occorre toglierlo, e rimetterlo con un pezzetto di quadrello elastico sottile che provveda a fermarlo.

(293) Puo' darsi che il nucleo sia stato sigillato con qualche goccia di gommalacca. Si cerchi di toglierla con un temperino... - (294) ..ma nel caso che la gommalacca si sia sparsa per tutta la sede non insistere con il temperino: si prenda un batuffolo di ovatta impregnato di alcool e lo si lasci a contatto con la gommalacca per alcune ore finchè non si sia sciolta. tarato l'ultimo trasformatore si colleghi l'oscillatore alla convertitrice, come si è fatto con la amplificatrice a MF in fig. 283-284-285, e si tari il primo. Se si prevede che le medie frequenze siano di poco fuori taratura è sufficiente collegare l'oscillatore come in fig. 276; in tal caso dopo aver tarato i trasformatori ritoccarli un volta ancora.

(295) Prima di tarare un apparecchio, lasciarlo acceso almeno un quarto d'ora perchè valvole e resistenze raggiungano la temperatura di regime, ed inoltre controllare che valvole e schemi siano tutti a posto. - (296) Se l'apparecchio è provvisto di comando di selettività, ricordarsi che la taratura va fatta in posizione di alta selettività.

(297) Man mano che vengono accordati i vari circuiti di MF l'indice dello strumento tenderà ad andare verso il fondo scala. Si riporti verso il centro della scala agendo sull'attenuatore dell'oscillatore; il regolatore di volume deve restare sempre al massimo. - (298) Può accadere , soprattutto nei ricevitori antichi, che l'emittente locale sia udita in due punti molto vicini del quadrante di sintonia: il difetto è dovuto ad accoppiamento troppo stretto dei trasformatori di MF, occorre quindi allontanare tra loro le bobine e rifare la taratura.


 

XV - TARATURA ALTA FREQUENZA

Per poter allineare i circuiti di alta frequenza occorre prima aver perfettamente allineato le medie frequenze, e conoscere l'ubicazione dei vari compensatori. L'oscillatore va collegato tra antenna e terra del ricevitore; l'indicatore di uscita nel solito modo, il CAV paralizzato, il controllo di volume al massimo. (299) Oscillatore su 1.400 khm: cercare il segnale sul ricevitore e regolare l'attenuatore: nella maggior parte dei casi l'indice del ricevitore non sarà esattamente sui 1.400 khz. - (300) Mettere l'indice su 1.400 khz,...

(301) ...regolare il trimmer dell'oscillatore fino alla perfetta ricezione del segnale e regolare il trimmer d'entrata fino alla massima uscita. - (302) Oscillatore su 600 khz... (303) ...cercare il segnale sul ricevitore...

(304) ..tenere a mente l'indcazione del misuratore d'uscita. - (305) Spostare la sintonia del ricevitore in un verso qualsiasi quel tanto che basta per non ricever più il segnale dell'oscillatore.

(306) Regolare il padding fino a che il segnale dell'oscillatore è di nuovo perfettamente in sintonia: se l'indicazione del misuratore di uscita è maggiore di quella precedente ripetere l'operazione 305 e 306 fino ad ottenere il massimo guadagno. - (307) Se l'indicazione è minore ripetere l'operazione 305 e 306 ma nell'altro verso.

(308) Allentare la vite che ferma la lancetta del ricevitore e spostarla in modo che segni 600 khz. Si ripetono le operazioni 299 e seguenti e se la lancetta del ricevitore è molto lontana da 1.400 khz, si ripetono tutte le operazioni elencate. - (309) Il condensatore variabile è provvisto di settori tagliati. Essi servono per l'allineamento alle altre frequenze del circuito d'antenna. In genere i settori sono 6 e corrispondono alle frequenze di 550, 600, 700, 840, 1120, 1400 khz. Si sintonizzano ricevitore ed oscillatore a ciascuna di queste frequenze e si spostano i settori della sezione antenna, in modo da ottenere la massima uscita, mentre non vanno toccati i settori della sezione oscillatrice.

(310) In molti ricevitori moderni invece del compensatore variabile è variabile l'induttanza della bobina dell'oscillatore. L'induttanza variabile sostituisce il padding in circuiti di questo tipo,... - (311) ..., ed il trimmer in circuiti di quest'altro tipo. Per la taratura di questi circuiti è più prudente seguire le istruzioni del costruttore qualora si possano avere. Si tenga presente in ogni modo che è solo il circuito dell'oscillatore a determinare la sintonia del ricevitore, e il circuito d'antenna puo' soltanto, essendo più o meno bene allineato, aumentarne o diminuirne la sensibilità.

(312-313-314-315-316) Durante la taratura si può riscontrare che la gamma di frequenza su cui si può sintonizzare il ricevitore è assai spostata rispetto a come dovrebbe essere. Nella tabella sono indicati difetti principali e loro cause.


XVI - RONZII E FISCHI

(317) La ricerca del ronzio avviene con gli stessi criteri della ricerca di un guasto: tenendo presente che il ronzio interessa il ricevitore dallo stadio dove si manifesta fino all'altoparlante. Per la ricerca la radio deve essere accesa. - (318) Staccare i collegamenti del trasformatore finale e collegarli ad una resistenza di 10.000 ohm.

(319) Se è presente ancora ronzio staccare il trasformatore d'uscita ed orientarlo fino al cessare del ronzio. - (320) Aumentare la capacità del filtro.

(321) Mettere a massa la griglia controllo della valvola finale: se il ronzio cessa la causa è proprio nello stadio finale, altrimenti cercare negli stadi precedenti. - (322) Se sostituendo una resistenza da 10.000 ohm alla valvola il ronzio cessa, la colpa è della valvola.

(323) Se la tensione negativa di griglia controllo è ottenuta con una presa nell'avvolgimento di campo dell'altoparlante, aumentare il filtraggio della tensione prelevata come mostrato in figura. - (324) Se la finale è a riscaldamento diretto, inserire un potenziometro, registrando il quale è possibile diminuire il ronzio.

(325) Anche la tensione di griglia schermo può provocare ronzio: provvedere come in figura. - (326) Se è presente un trasferimento intervalvolare, e cortocircuitandone il primario il ronzio cessa, vedi fig. 319. Provare ad aumentare il filtraggio di placca o di griglia schermo.

(327) Ronzio modulato: si manifesta insieme alle emittenti forti solo quando il ricevitore è sintonizzato su esse; è di difficile ricerca... - (328)... ma spessissimo si elimina completamente come mostrato in figura: cioè con un condensatore da 0,1 microfarad collegato tra la massa e la placca della raddrizzatrice.

(329) La causa più frequente di fischi nel ricevitore, risiede nel circuito CAV: se i collegamenti che portano tensione alle griglie controllo della convertitrice non sono collegati alla massa con un condensatore da 0,1 microfarad la valvola di media frequenza entra in oscillazione. - (330) Per lo stesso motivo occorre che i conduttori di collegamento alla convertitrice siano schermati.